Nel nostro paese il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, è in forte aumento. A questa piaga sociale, segue quella dei salari bassi o addirittura inesistenti.
Dopo aver, negli ultimi giorni, esposto l'argomento in Instagram, mi trovo a scrivere un articolo sul blog, perché 2200 caratteri, disponibili in Instagram, non sono sufficienti per farsi portavoce di una causa che affligge tantissimi creatori di contenuti digitali.
Partiamo dalla base.
- Chi è un web editor o digital creator?
Un web editor è la figura professionista, con spiccate doti comunicative che si occupa appunto di comunicare nel web tramite contenuti scritti e visual.
Oggigiorno questa figura è tra le più ricercate da aziende ed enti, che se ne servono per arrivare al pubblico.
Intorno a questa figura - spesso sminuita - ruota l'alone del nullafacente, aggettivo che fino a poco tempo fa non veniva minimamente attribuito alla persona che si occupava della realizzazione di spot pubblicitari destinati al grande schermo.
- Perché imprese ed enti si rivolgono al web editor?
Nell'ultimo ventennio il mondo si è evoluto velocemente e continua a farlo. Se fino a 20 anni fa il mezzo di comunicazione più importante, per le aziende, erano stampa e TV oggi non è più così.
In passato il consumatore riponeva la sua fiducia nel marchio affidandosi alla comunicazione pubblicitaria, perché non aveva i mezzi per far altro. Se, per esempio, era curioso di conoscere le prestazioni di un cosmetico poteva chiedere al massimo all'amico/parente/vicino di casa, ma se queste persone a cui si rivolgeva non lo avevano mai usato, per testarne le potenzialità non poteva far altro che acquistarlo, rimettendosi alle promesse della campagna pubblicitaria.
Oggi le cose sono nettamente cambiate. Le pubblicità a mezzo stampa e televisive, rimangono comunque metodi di comunicazione importanti, ma deboli se non supportati dalla comunicazione digitale. Questo perché il consumatore, incuriosito da ciò che vede in pubblicità, inizia immediatamente a fare ricerche online, affidandosi perlopiù ai creatori digitali che si occupano della nicchia di riferimento.
- Industria e web creator
Dopo questa doverosa introduzione, passiamo alla parte centrale del discorso, che lega le aziende all'etica nei confronti dei lavoratori freelance.
Premetto che parlo di ETICA, in quanto mi occupo di sostenibilità e Fair Trade a 360°. Ragion per cui pretendo dalle aziende con cui collaboro una visione ampia di questi due concetti. Per me è estremamente importante che questa prospettiva faccia riferimento all'intera filiera.
Deve esser chiara la differenza tra prodotto ecocompatibile e filosofia aziendale. Come già detto in Instagram non basta prender parte a un progetto, acquistando un ingrediente cosmetico, piuttosto che un tessuto, presso filiere etiche dai paesi in via di sviluppo; senza dubbio è un'azione degna di nota, lodabile, ma non è tutto ciò che occorre per definire tale impresa: etica.
- Quando un'azienda può definirsi etica?
Un marchio può essere definito etico e sostenibile, quando il comportamento socio-economico e socio-ambientale camminano sullo stesso binario. Quando il fattore ambientale si muove di pari passo con l'intera filiera (materie prime, produzione, marketing e distribuzione).
- Dove sta il collegamento tra etica aziendale e digital creator?
Ricollegandomi al discorso iniziale sulla figura del creatore digitale, possiamo affermare che attualmente questa professione è entrata ufficialmente a far parte della filiera, in quanto il 90% di enti e aziende la reclamano. Ciò significa che nel momento in cui l'impresa chiede un servizio al web creator libero professionista, deve offrirgli il corrispettivo che gli spetta. Se in più l'azienda decanta sostenibilità ed etica, ha una maggiore responsabilità comportamentale e sociale. In soldoni - sembra una battutaccia ma vi assicuro che mi è uscita così senza premeditazione - tu azienda, sei tenuta a pagare anche il freelance il quale lavora per te sul web.
- Perché l'azienda/ente deve offrire un compenso al web creator?
La risposta credo di averla già data, ma nel caso a qualcuno fosse sfuggita, ribadisco il concetto.
Chi crea contenuti web su commissione sta svolgendo un lavoro. Il lavoro si paga!
- Cosa fa il creatore digitale per guadagnarsi un compenso economico?
Il digital creator, a cui viene commissionato un piano di comunicazione ben definito con brief annesso, si mette a disposizione dell'ente/azienda per realizzare una campagna pubblicitaria e/o divulgativa ad hoc.
Ma veniamo al sodo, per comprendere cosa c'è dietro il lavoro digitale.
Innanzitutto tengo a sottolineare che le ore lavorative per svolgere questa attività non possono essere quantificate, perché sostanzialmente non è possibile prevedere quanto tempo occorrerà per la realizzazione di uno o più contenuti di qualità. Per cui l'azienda retribuirà, sempre, un compenso in regime forfettario, che varia a seconda della quantità di prestazioni pattuite.
Per realizzare contenuti di alto livello, si può impiegare uno o più giorni e in alcuni casi settimane.
La chiave per creare contenuti con un buon piano di comunicazione è innanzitutto accettare esclusivamente di cooperare con enti e aziende che sposano i nostri valori e possano interessare alla nicchia di lettori a cui ci rivolgiamo. La domanda che bisogna sempre porsi è: "Cosa vogliono i miei lettori?"
Dopo aver fatto questa scrematura e selezionato quelle più affini a noi, è necessario conoscere l'azienda, studiarne la storia, i valori (per quanto concerne la mia nicchia è un fattore non trascurabile).
Conoscere questi due aspetti è di estrema importanza per gettare le basi e realizzare contenuti interessanti e rappresentativi dell'azienda.
Veniamo all'atto pratico: i contenuti.
Fotografie/Video: una buona fotografia, quella che io amo definire "fotografia emozionale", richiede un serio studio. Bisogna pensare a qual è il messaggio da comunicare, ma allo stesso tempo bisogna far in modo che quelle immagini siano nostre, rispecchino la nostra visione nonché la nostra personalità. Una fotografia può anche essere tecnicamente ben fatta, ma se alla tecnica non si accompagna il cuore sarà sempre una foto a metà. Il passo successivo è quello che si tramuta in realtà tangibile, ovvero il montaggio del set fotografico, che prevede un'attenta selezione dei props atti a creare un set degno di questo nome; le luci, le attrezzature, lo scenario e a volte anche l'orario se si tratta di fotografie in esterna.
Quanto tempo richiede ciò? Ore e spesso anche giorni.
Testi: come sopra, bisogna capire e tramutare in scrittura quello che è il messaggio che vuole comunicare l'azienda, facendolo con il nostro stile personale, senza snaturale le nostre caratteristiche, timbro di autenticità.
Quanto tempo richiede ciò? Ore, giorni, settimane.
Agli atti pratici sopra elencati, vanno ad aggiungersi le spese economiche. Cosa serve per creare contenuti di qualità?
- Una fotocamera di medio livello
- Un PC
- Uno Smartphone
- Attrezzatura per video e foto (treppiede, lampade, box fotografico, obiettivi fotografici di varie dimensioni, teli, pannelli, props, riflettori di luce)
- Corsi di aggiornamento
- Libri per approfondire gli studi
- Spese annuali per la registrazione del dominio web (se si possiede un blog)
- Tempo per creare una community di interesse sui social (comunicare in privato, rispondere ai commenti e ai messaggi, interagire con persone che abbiano i nostri stessi valori/interessi).
Questo è un sunto di tutto ciò che sta dietro il lavoro di creatore digitale freelance, ma vi assicuro che spesso è anche più complesso, in quanto ogni pubblicazione è studiata nei minimi dettagli, perfino gli orari di pubblicazione vengono stabiliti anzitempo.
Adesso mi rivolgo a tutti voi, si proprio voi che siete arrivati fin qui: aziende, colleghi e lettori.
Che valore date a tutto questo? Sareste disposti a fare/comprare tutto quello che ho elencato gratuitamente o in cambio di un prodotto?
E ancora, mi rivolgo a una cerchia più ristretta, ovvero aziende e colleghi i quali operano nel settore produttivo etico ed ecocompatibile. Cosa c'è di equo ed etico in un lavoro non retribuito?
Alle aziende: Come fate a dichiararvi realtà etiche, se non garantite un compenso a coloro i quali contribuiscono alla vostra crescita? Cosa vi fa pensare che noi non siamo parte della filiera?
E per concludere voglio, brevemente, condividere la mia esperienza in questi 9 anni di presenza sul web. Personalmente non ho mai chiesto un centesimo a nessuno, ho sempre pagato tutto di tasca mia e solo poche aziende in questi anni hanno avuto l'accortezza di offrire un compenso al mio operato.
Inizialmente mi andava bene perché, come tutti, dovevo maturare esperienza; successivamente credevo, ERRONEAMENTE, di non stare in una posizione nella quale era possibile chiedere di più, anzi, sentivo il dovere di dare il massimo per ricambiare la "gentilezza" delle aziende che mi offrivano i prodotti.
Fino ad arrivare agli ultimi due anni. Sono stati anni di alti e bassi, anni in cui la voglia di fare si è contrapposta alla voglia di mollare tutto, vuoi per la malsana competizione tra colleghi i quali sgomitano cercando di mettere gli altri in cattiva luce pur di arrivare ai loro obbiettivi, vuoi per le richieste pressanti da parte delle aziende le quali diventano ogni giorno più pretenziose ed esigenti, vuoi per la mia incapacità di affrontare anche i lati negativi del web.
Quest'anno è stato complicato per tutti, sia in termini emotivi che economici, ma se c'è una cosa di cui sono grata a questo lungo anno, è il tempo che mi ha dato per riflettere e per analizzare tutto e tutti.
Questo tempo mi ha aiutato a maturare un concetto fondamentale: ciò che non è più adatto al mio percorso (cose, persone, situazioni) devo lasciarlo andare.
Ho iniziato dalla mia sfera privata, fino a giungere al mio percorso sul web. Ho allontanato persone, mi sono dissociata dalla negatività e dalla cattiveria e da questo momento in poi metto un bel punto anche a tutte le collaborazioni a titolo gratuito munite di brief.
Io non sono una vetrina. I miei spazi web non vivono in funzione delle aziende. Sono preparata, ho tantissimi temi su cui argomentare, do valore alla mia persona e alle mie capacità. Pertanto non scenderò mai più a compromessi.
Se tu azienda hai il piacere di farmi conoscere i tuoi prodotti inviandomeli gratuitamente puoi farlo, ma senza pretendere nulla. Se intendi creare insieme a me contenuti da pubblicare sul mio blog e/o canali social, potrai farlo dietro compenso.
La filiera etica, è un insieme di valori. Non basta produrre ecocompatibile per avere la coscienza a posto!
Autrice: Angelica Cappadonna
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